Nel nuovo appuntamento con la nostra rubrica “ViaggioInsieme a…”, abbiamo avuto il piacere di intrattenere quattro chiacchiere con una pugliese doc, ‘viaggiatrice, scrittrice e blogger di viaggi’, come si definisce lei stessa sul suo blog Infoturismiamoci.com. Parliamo di Roberta Longo, travel blogger di passione e digital editor di professione, che ha saputo combinare al meglio le sue passioni, scrivere e viaggiare, e trasformarle in lavoro. Ogni luogo per lei è sempre una fonte d’ispirazione diversa e vi assicuriamo che quelli di cui ci parla non sono pochi e non sono comuni.
Roberta offre molti spunti interessanti, anzi volendo utilizzare un gergo giornalistico potremmo dire come la sua intervista sia ricca di titoli per un ottimo articolo sul tema viaggi e turismo. Non mancano poi i consigli e le storie raccontate che vi trasporteranno alla fine di questa intervista tutto d’un fiato.


1) Ciao Roberta! Scrivere e viaggiare sembra essere un binomio perfetto per te, ma come si trasforma tutto ciò in un lavoro?
Non riuscirei a quantificare la parola “sempre” ma, in realtà, scrivo davvero da sempre. Dopo essere diventata giornalista mi è capitato quello che capita a tanti ventenni, mi sono fermata un attimo e mi sono chiesta “sì, ok, ma esattamente di cosa vorrei scrivere?”. La risposta potete immaginarla… Ho iniziato a scrivere e a raccontare i miei viaggi su Infoturismiamoci, la mia casa nel web. Sentivo l’esigenza di avere uno spazio tutto mio, in cui crescere e far crescere la mia scrittura. È nato tutto così: le collaborazioni con gli enti del turismo, la realizzazione di progetti di destination marketing, l’utilizzo sempre più strategico dei social network. Oggi sono il riassunto di tutto questo percorso: realizzo reportage di viaggi, pianifico strategie digital e sono docente di Social Media Marketing per diverse realtà del settore pubblico e privato. L’obiettivo è quello di promuovere un utilizzo dei social network sempre più etico, onesto e orientato alla condivisione del sapere.
2) Abbiamo dato una sbirciatina ai tuoi profili social e abbiamo scoperto che hai una grande passione per il Medio Oriente. Puoi raccontarcelo meglio?
È nato tutto qualche anno fa, con le poesie di Mahmoud Darwish. Un amore nato e cresciuto sui libri, ma concretizzatosi in quelle terre così cariche di vita. Nel deserto della Giordania ho visto il cielo, forse davvero per la prima volta; in Iran ho scoperto il senso più profondo della parola ospitalità; in Libano sono stata presa a schiaffi dalla storia. C’è qualcosa di inspiegabile che mi attrae e lega profondamente a quelle terre, le uniche in cui mi senta davvero a mio agio. Il Medio Oriente mi ha restituito la fiducia nell’altro. Lì c’è ancora purezza, desiderio di conoscenza, autenticità. L’unico modo per capire quanto distorto sia il racconto dei media e della propaganda politica strillata sui social network è viaggiare, perdersi, condividere un pezzo di strada con chi incrocia la nostra, sedersi allo stesso tavolo, rispettare, ascoltare, imparare.
3) Street food, parliamone… dopo aver girato tanto, dicci il piatto più buono, quello più strano e quello che non mangeresti più!
Per il più buono volo in Iran alla ricerca dei samosa, fagottini di pasta fritta ripieni di carne speziata o verdure. Il più strano, senza dubbi, l’hamburger di cammello diffuso in buona parte del Marocco. Quello che non mangerei più? In teoria, quello che non ho ancora mangiato e che ha a che fare con qualsiasi tipo di insetto.
4) Molti viaggi all’estero ma anche tanta Italia. Quali sono secondo te, nel nostro Paese, i luoghi meno blasonati ma che meritano sicuramente più attenzione da parte del mondo del turismo?
Parto dalla mia terra, la Puglia, ancora inesplorata nei borghi dell’entroterra, quelli non direttamente affacciati sul mare: Sant’Agata di Puglia (provincia di Foggia), Maglie (provincia di Lecce) e Ceglie Messapica, nel cuore della Valle d’Itria, solo per nominarne alcuni. Allontanandomi da casa, ma non troppo, la Basilicata, un tripudio di pietra e autenticità: il Parco Nazionale del Pollino, con i suoi incantevoli paesi, è diventato uno dei miei rifugi autunnali preferiti. E poi, ancora, la Sardegna: non parlo di quella parte fatta di mare cristallino e sabbia bianca, ma piuttosto all’entroterra selvaggio e genuino della Barbagia.
5) Ci puoi raccontare qualche aneddoto particolare dei tuoi viaggi? L’esperienza da raccontare ai ‘nipoti’?
Ai miei nipoti racconterò di quando sono finita nel sottoscala della perdizione etilica di un hotel quasi ai confini con la Mauritania e di quando in Libano mi sono ritrovata a vagare nel bel mezzo dei monti dello Shuf. Aspetterò che crescano per raccontargli quando in Giordania, dalla finestra del mio hotel affacciato sul Mar Morto, vedevo Gaza, di fronte, illuminata da innumerevoli e ripetuti flash: era il 2014 e Israele bombardava la striscia nell’operazione Margine di Protezione. Aspetterò che crescano, per andare a smuovere una profonda riflessione su una delle più grandi occupazioni territoriali della storia. Ai miei nipoti racconterò anche la grandezza di Petra, l’impeto delle cascate di Iguazù, quel senso di infinito che solo il deserto può donare. Racconterò di quanto sia incredibile la natura e di quanto sia fortunato l’uomo a poterne godere. Racconterò di tutte quelle volte che mi è stata tesa la mano, da semplici sconosciuti. Racconterò di come il viaggio abbia plasmato la mia personalità, modellato i pensieri, accresciuto la consapevolezza.
6) Hai visitato tanti luoghi che hanno ispirato la tua penna. Quello che ha suscitato le emozioni più forti da questo punto di vista qual è stato?
L’Iran, da ogni punto di vista. Non esagero quando dico che gli iraniani hanno un cuore diverso, un’apertura inconsueta nei confronti dell’altro, un’invidiabile curiosità. Un pomeriggio, quasi al tramonto, ero sui tetti di Yazd: il richiamo del muezzin alla preghiera, la vastità intorno, il cielo sempre più saturo. Lo ricordo come il momento. La mia penna, in generale, è ispirata dai grandi spazi, immacolati dal silenzio: il deserto della Giordania, la Quebrada argentina, le valli del Marocco.
7) Viaggioin nasce con l’intento di dare consigli a chi decide di mettersi in viaggio per visitare le bellezze nel nostro mondo. Qual è il tuo consiglio?
Viaggiate leggeri, in tutti i sensi. Nel tempo ho imparato a ridurre il bagaglio ai minimi termini, alleggerirlo in un certo senso ha cambiato il mio modo di viaggiare. Lo ripeto costantemente e lo farò anche questa volta: spazzate via ogni tipo di paura e pregiudizio, alimentate la curiosità, intessete relazioni. E soprattutto, andate oltre la spasmodica ricerca di scatti “instagrammabili”, godetevi il viaggio nella sua più pura imperfezione.